17 dicembre 2016



SAN BABILA,STORIA DELLA NOSTRA PIAZZA 


Sanbabilini - "San Babila ore 20" - Carlo Lizzani


 

“Ognuno ha la libertà che gli spetta, misurata dalla statura e dalla dignità della sua persona„ J Evola



Sino agli anni trenta non era una piazza, ma era solo uno slargo che si apriva sul Corso Vittorio Emanuele e sulla Basilica, dedicata a San Babila Vescovo. Larga parte delle architetture che delineano Piazza San Babila risalgono agli anni trenta, in epoca fascista. Nel corso degli anni sessanta inoltre la piazza accentuò la propria connotazione come “luogo della destra”. Già all’indomani della guerra secondo Tommaso Staiti di Cuddia, allora parlamentare , piazza San Babila era una sorta di “sede aggiuntiva” dei locali della Giovane Italia e del Raggruppamento giovanile di corso Monforte 13.

«San Babila – spiega Staiti di Cuddia – la scoprimmo io e Franco Petronio quasi per caso passeggiando a Milano intorno al 1967. C’erano le avvisaglie della contestazione ed una sera vedemmo stazionare dei ragazzi, che in maniera estetica, esprimevano una gioventù diversa da quella dei capelloni e degli hippies. Nel frattempo Nencioni aveva trovato una sede per la Giovane Italia ed il Raggruppamento giovanile in via Monforte, a due passi da San Babila. La sede non era molto grande ma il pomeriggio e la sera erano alcune centinaia di ragazzi che gravitavano fra la sede e San Babila». E’ proprio negli anni settanta che nasce il neologismo “ sanbabilino”. La storia di questo quartiere si mischia dunque con la storia della città che negli anni settanta è stata un crocevia di persone, realtà e tendenze.

(Nicola Rao, La fiamma e la celtica, Milano, Sperling & Kupfer, 2006. Pg.174)

     SUL FILM "SAN BABILA ORE 20" DI CARLO LIZZANI





Un film commissionato da PCI-DC anni 70 a Carlo Lizzani (comunista, iscritto al partito) per offrire all'opinione pubblica un ritratto completamente falsato e tendenzioso della Destra milanese di quei tempi.

È bene che si sappia oggi che non era quella la nostra San Babila. Non erano quelli i veri Sanbabilini. Non era quella la vera Destra.

Ricordiamoci piuttosto della sinistra degli anni 70. La sinistra dei “servizi d’ordine” del Movimento Studentesco, Lotta Continua, Potere Operaio etc.etc. munita di Hazet 36 e bottiglie Molotov che distruggeva e incendiava indisturbata per le vie di Milano.

Il comunismo è fallito, morto e sepolto. La Destra, quella vera, è una fiamma che non si spegne.


NOI SANBABILINI



Che dire dei commenti di coloro che dalla periferia pretendono di raccontarci, di spiegare chi eravamo, cosa volevamo e come agivamo? Gente che ragiona "per sentito dire", che non si rende conto di quanto fossimo impegnati politicamente, al di là dei modismi e degli stereotipi del sanbabilino. Gente che negli anni settanta non ha mai speso una parola per condannare le aggressioni  dei “compagni” dei vari gruppi della sinistra (extra parlamentare e non). Tanto per intenderci: chi era di sinistra era sempre “un bravo ragazzo”. Quelli di destra? Tutti delinquenti…

Ci sostenevano forze poderose, spesso occulte, che avrebbero favorito l'avvento di uno “Stato Forte”, se fosse andata come speravamo. Non certamente il MSI sempre in bilico tra l’essere e il non essere e che presto abbandonammo. Perché non funzionò? Chiedetelo ai servizi segreti italiani e ai loro padroni (americani). Del resto non racconto nulla di nuovo: tutto ciò è cronaca ormai più che nota .

Malavita a San Babila? Non si può generalizzare. Tra noi come un po' dappertutto (vero compagni?) c'era anche chi di politica non si interessava proprio.  Scorrete piuttosto i nomi di coloro che sedevano allora e siedono oggi nei (s)parlamenti di mezzo mondo. Vi troverete l’aristocrazia dei malavitosi, maestri dell'intrallazzo, tangenti e compromesso. E non vado oltre.

Leggevamo Julius Evola. A lui ci ispiravamo. Pochi ci hanno seguito.

Si discuteva di un mondo sempre più abbrutito e decadente, specchio di una società strutturata “dal basso verso il basso”. Della scomparsa totale dei valori della Tradizione secondo cui un individuo è superiore ad un altro non per razza, ma per i valori spirituali  che lo distinguono e in cui crede. Del resto basta guardarsi attorno per constatare quanto l’assenza di tali valori si rifletta prepotentemente sul mondo esteriore. Il rozzo che prevale sull'evoluto, il disordine sull’ordine, la massificazione dell’individuo intesa come dogma dei nostri tempi. Un individuo che non aspira più ad emergere dalla massa e che sempre più si compiace della definitiva consacrazione di una società tribale e populista.

Una volta i titoli nobiliari si guadagnavano sui campi di battaglia. Oggi gli aristocratici  (ma conoscono ancora il significato di ἄριστος?!) si fanno notare alle festicciole dei più o meno (s)coronati tanto per alimentare i gazzettini da sala d’aspetto del gossip internazionale.
Una volta a scuola si imparavano anche ordine e disciplina. Oggi…ma la scuola esiste ancora??!!

Negli anni settanta a San Babila lottavamo con tenacia per difendere i nostri ideali opponendoci con tutte le nostre forze all’offensiva marxista. Eravamo rivoluzionari. Convinti!  

La storia poi  insegna che se la rivoluzione ha esito positivo ci consegna i nuovi padri della Patria. Se fallisce  solo una schiera di criminali da giustiziare.  
A quei tempi dunque abbiamo saputo “cavalcare la tigre”! La tigre continueremo sempre  a cavalcarla. In attesa di un nuovo Risorgimento.



Bar Donini - Gin Rosa sotto i portici di Piazza San Babila, primi anni 70















 

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